giovedì 16 aprile 2015

Pasqua mantovana

A proposito di Mantova. C’ero stata in passato ma non mi ero mai soffermata a lungo. Splendida città. Una di quelle che mi è rimasta nel cuore e negli occhi. Si respira storia, arte, natura e anche cibo. Per un weekend rilassante e romantico, la consiglio. Mi dicono poi che con la nebbia sia ancora più suggestiva, per cui mi sono ripromessa di tornarci in inverno.

Ho fatto lunghe passeggiate su scomodi sanpietrini ma con il naso sempre all’insù, ad ammirare i palazzi e le bellezze architettoniche: dal Palazzo Ducale, dove da poco è stata riaperta al pubblico la Camera degli Sposi, opera del Mantegna, a Palazzo Te, imponente struttura che non ti aspetteresti in una piccola città di provincia.

Palazzo Ducale
Palazzo Te
Bellissime la Chiesa di S. Andrea e la vicina Rotonda di San Lorenzo, in piazza Mantegna. Per non parlare del Duomo, che si affaccia su piazza Sordello, e della chiesa di S. Francesco. Stupenda, illuminata di notte, piazza Castello.

Duomo
E poi il Rio che scorre nella città ed offre scorci poetici, quasi d’altri tempi. E il lungolago che, anche in una giornata uggiosa, ha il suo fascino malinconico.



E che dire delle botteghe che si affacciano sui vicoli della città? Profumo di salumi e vetrine di tortelli di zucca e mostarde soddisfano olfatto e vista.


E poi i mantovani, persone gentili ed ospitali, pronti ad aiutarti se ti vedono con lo sguardo interrogativo  sulla mappa della città.

Mantova, mi sei proprio piaciuta. Sarà per via di Virgilio, il grande poeta che unisce questa terra alla mia di terra, il Salento?

Una cosa è certa. Mantova, ci rivedremo.


P.S. Grazie a Rachele, Gianni, Sara (e famiglia), Alessandra, Federica e Caterina per l’ospitalità.

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